Qual è il modo migliore per creare un brand?

brandingPartendo dal prodotto in sé o dal complesso di valori alla base?

Nessuna delle due opzioni. Il branding inizia nella testa di ciascun potenziale cliente. Dopo tutto, la mente è il luogo dove ogni brand attecchisce, si perpetua o viene dimenticato.

È necessario anticipare il desiderio dei futuri consumatori e chiedersi: qual è la nostra proposta? Abbiamo inventato una nuova categoria? Siamo leader in questa categoria? Il nostro è un brand da co-leader come Pepsi? O siamo uno degli infiniti concorrenti?

I brand di maggior successo dominano le categorie di cui sono stati pionieri, riuscendo a prendere dimora stabile nell’immaginario collettivo: Google tra i motori di ricerca; Coca-Cola come produttore di bevande analcoliche; Uber nel settore dell’autonoleggio.

Da un punto di vista etico è magnifico che Google sia un’azienda onesta, eppure non è stata la liceità la caratteristica che l’ha resa la società più quotata del pianeta. È stato il suo dominio nel settore dei motori di ricerca a garantirle il primato.

Mentre altri vedevano i motori di ricerca come strumenti marginali all’interno di un portale, Google ha deciso di costruirvi sopra la propria proposta.

Per ripetere l’esempio di Google, il primo pensiero non dev’essere rivolto a questioni legate ai valori. Bisogna puntare alla testa delle persone. Com’è possibile concentrarsi su qualcosa che sia possibile manipolare col pensiero? Come si fa a rendere importante una nuova categoria?

L’obiettivo di un programma di branding deve coincidere con l’acquisizione di una posizione di leadership nella categoria prescelta. Ma…se qualcuno ha giocato d’anticipo? In tal caso, è necessario attivarsi per acquisire una solida seconda posizione. Come fare? È necessario agire e muoversi in direzione opposta rispetto al concorrente più quotato.

Per esempio, Red Bull è stato il brand apripista nell’ambito degli energy drink, divenendo rapidamente leader del mercato di riferimento. L’America ha visto la comparsa di migliaia di brand concorrenti di Red Bull nel campo della vendita di bevande energetiche. Praticamente tutti i brand applicavano un’efficace strategia che consisteva nel produrre la propria bevanda in lattine da 25 cl: il contenitore sottodimensionato creava la percezione che il contenuto fosse davvero potente, come un candelotto di dinamite.

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Detto questo, qual è stato il brand ad appropriarsi con fermezza della seconda posizione nella classifica dei produttori di energy drink? Monster è stato il primo brand a produrre bevande energetiche in lattine da 50 cl. Al giorno d’oggi, Red Bull possiede il 45 percento del mercato nazionale, mentre Monster conserva il restante 37 percento.

L’attività di marketing deve prendere avvio ancor prima che un articolo venga progettato e messo in produzione. Prima che una società si metta a discutere sul prodotto e sulla confezione, dovrebbe avvalersi della consulenza di esperti di marketing che possano formulare una strategia mirata.

E qual è il piano di marketing più efficace?

Semplice: essere i primi a determinare una nuova categoria.

Un altro esempio: il consumatore medio reputa Chobani la prima azienda produttrice di yogurt greco, pur non essendo stata quest’ultima a commercializzare il prodotto fin dal principio. Il primo yogurt greco è stato messo in vendita da Fage (lo yogurt Chobani ha raggiunto gli scaffali dei negozi solo nove anni più tardi).

Quasi nessun consumatore sapeva che Fage fosse giunta prima di tutti, questo perché la scritta “Total” riportata sulla confezione del prodotto rubava la scena al nome dell’azienda (si trattava di un riferimento al contenuto di grassi dello yogurt). Questo gap ha spianato la strada all’avvento di Chobani, che sarebbe presto diventato lo yogurt greco “per eccellenza”. Dall’esempio sopra citato si evince quanto sia importante giocare sulla percezione del consumatore.

Che cosa succede se un’azienda commercializza un prodotto con ritardo? E cosa accade se esistono già altri due brand solidi nella stessa categoria? In che modo bisogna agire? Le possibilità sono due.

1. Creare una nuova categoria in cui sia possibile primeggiare.

Solo per citarne alcuni: Earth’s Best, principale produttore di cibi biologici per bambini; Horizon, pioniere del latte biologico; Silk, prima azienda nel campo del latte di soia. Tale opzione è la migliore ma non sempre è praticabile.

2. Restringere il cerchio.

BMW ha focalizzato la propria attenzione sulla “guida”, divenendo il brand produttore di veicoli di lusso più munifico al mondo dal punto di vista delle vendite. Dal canto suo, Subaru ha preferito porre l’accento sulle “quattro ruote motrici”, tramutandosi nel brand automobilistico di maggior successo nel mercato americano, in termini di aumento delle quote di mercato. Nel 2015 la casa giapponese ha addirittura surclassato Volkswagen, staccando le vendite della società rivale del 40 per cento.

In definitiva, è necessario avviare il processo di marketing concentrandosi sull’immaginario dei potenziali clienti. Successivamente, si può procedere a formulare le valutazioni di rito, cercando di capire quale posto si occupi effettivamente all’interno del pensiero delle persone e quale posizione si desideri acquisire. La vittoria non si ottiene sul mercato. Il podio si trova nell’immaginario della gente.

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Cosa bisogna fare per conferire ad un prodotto lo status di brand di alta gamma?

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Per quanto sembri ovvia, la risposta seguente è in assoluto la più efficace.

Il modo migliore per posizionare un articolo in cima alla classifica è apponendo un prezzo elevato sull’etichetta.

Il prezzo comunica un messaggio che agisce sulla psicologia del consumatore, che tende a considerare gli oggetti più costosi come garanzia di un valore elevato. I prodotti più economici sono invece percepiti come di livello inferiore. Un orologio Rolex è più prezioso della controparte Timex.

I consumatori non riescono a giudicare in maniera autonoma diversi prodotti appartenenti ad una stessa categoria. Pertanto, il prezzo diventa una scorciatoia utile a operare una distinzione tra i brand di terza, seconda e prima fascia.

Ovviamente, una volta acquisita la prima posizione, sarà necessario consolidarla offrendo un prodotto di qualità.

Un consumatore deluso da un articolo pagato a caro prezzo spargerà rapidamente la voce, facendo fallire rapidamente la sprovveduta compagnia.

Ecco alcuni esempi di aziende che operano nella maniera corretta:

Starbucks

Cos’ha permesso a Starbucks di diventare un brand di primo livello? L’eleganza degli interni? L’utilizzo di termini quali “barista”, “venti” e “grande?” Il logo della sirena verde? Si tratta di elementi efficaci ma superficiali. Ciò che ha permesso a Starbucks di diventare un brand leader nel settore delle caffetterie è stato il prezzo.

All’inizio il costo medio di un caffè era di un dollaro a tazza. Successivamente, l’azienda ha iniziato a moltiplicarlo, arrivando persino a quadruplicarlo. È addirittura nato il soprannome “four bucks” (quattro dollari). Starbucks è riuscita a creare nell’immaginario collettivo una nuova categoria di caffè di alta qualità, categoria dominata ancora oggi, riuscendo nel tempo a rincarare il prezzo offrendo numerose varietà e possibilità di scelta.

Grey Goose

Grey Goose ha seguito lo stesso esempio di Starbucks, applicandolo alla produzione della vodka. Per legge, la vodka è un distillato “inodore, insapore, incolore”. Poiché è difficile distinguere la marca  di una vodka in base al sapore, anche in questo caso la valutazione avviene unicamente in base al valore della marca.

Basterà una bottiglia scintillante a conferire lo status di “premium” al vostro brand? No. Sarà necessario accompagnarla ad un prezzo alto. L’azienda svedese Absolut si inserì in un mercato dominato da Smirnoff e riuscì ad ottenere una posizione di primato commercializzando una bottiglia dipinta ad un prezzo elevato, circa il 60 percento in più rispetto al prodotto della compagnia russa.

Riavvolgendo rapidamente il nastro: il processo di branding dovrebbe cominciare dal prodotto o dai valori della società che lo produce?

Come ha fatto Grey Goose a imporsi come brand di primissimo livello? La vodka francese è forse superiore? No, è una questione unicamente legata al prezzo. Pagare una vodka Grey Goose il doppio rispetto ad un distillato Absolut crea nella mente del consumatore la percezione che la prima abbia un gusto migliore e più raffinato.

Ed è così che, al giorno d’oggi, è possibile suddividere anche la categoria della vodka in tre fasce: Smirnoff, Absolut e Grey Goose.

Mancanza di scelta

Spesso le aziende offrono ai consumatori troppe soluzioni tra cui scegliere. Per i prodotti di alto livello, alcune compagnie credono sia necessario mettere a disposizione un ventaglio di opzioni senza fine, applicando così una strategia tutt’altro che vincente.

Se si vuole essere percepiti come un brand di primo livello, bisogna fornire poche possibilità di scelta, soprattutto al momento del lancio iniziale.

Trovarsi di fronte a numerose varianti rende più impegnativa la decisione d’acquisto. Aggiungere alla schiera di prodotti un prezzo elevato assicura la catastrofe.

Si prenda ad esempio l’Apple Watch, funestato da un catalogo fin troppo nutrito. Ogni pezzo era costoso: una serie infinita di modelli il cui prezzo oscillava tra i $ 399 e i $ 17.000.

La maggior parte dei consumatori scelse di acquistare un Apple Watch il cui valore fosse compreso nella fascia di prezzo tra $ 399 e $ 599, cifre comunque notevoli.

Tuttavia, invece di provare soddisfazione per avere acquistato un prodotto di primo livello, il cliente ebbe l’impressione di aver comprato un Apple Watch a buon mercato.

Non andò meglio agli acquirenti del modello da $ 17.000, i quali si sentivano semplicemente stupidi ad aver speso una cifra esorbitante.

Sarebbe stato più oculato provvedere al lancio del brand fissando un prezzo unico e offrendo poche varianti, ovvero l’esatta strategia con cui Apple ha effettuato il lancio dell’iPhone. 

-Laura Ries-

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84 pensieri su “Qual è il modo migliore per creare un brand?

  1. Sul suo sito, Monster dice, del suo prodotto: “E´ una trovata esplosiva che ti dà il doppio di energia rispetto alle solite bevande energetiche da 250ml.”

    Ok, va in direzione opposta a Redbull ed ha un suo angolo di attacco specifico, questo lo capisco.

    Quello che non capisco è come hanno fatto quelli della Monster a capire che quell’angolo di attacco specifico aveva senso nella mente dei potenziali clienti e che avrebbe funzionato, nel lungo periodo.

    • Perché hanno uno esperto al marketing che sa le regole base: Se sei il numero 2 fai il contrario del leader 🙂

      PS: E’ la stessa strategia che rese la Pepsi il numero 2 della CocaCola prima della “Pepsi Generation”. In pratica bravi ma hanno semplicemente copiato ;))

  2. Senti ma…
    Lo facciamo sto nuovo brand di caffetteria italiana?
    O aspettiamo Starbucks così almeno avrai da scrivere per altri 5 anni quanti siamo coglioni noi italiani?

        • In realtà servirebbe qualcuno del settore, io al massimo ho servito le pizze in vita mia, tu fai l’architetto… chi fa il “ristoratore” ? :))

          • ciao Frank,
            Sono un pincopallino di 22 anni che vorrebbe aderire a un programma di affiliazione x cominciare a sperimentare il web.
            La mia passione è la crescita personale..
            I prodotti sono video corsi sulla formazione. Il portale XXXXXXXXX e Variano dallo sviluppo personale, salute e benessere, business e marketing, web, e fotografia/video maker.
            di prodotti ne hanno oltre 100. visto che sono troppi
            io da affiliato vorrei concentrarmi solo su 3/4 corsi (se mi consigli meno, ne seleziono di meno) e vendo solo quelli. Quelli che reputo più adatti per giovani che si vogliono riprendere dalla merda in cui cresciamo.
            vorrei mandare come messaggio l’importanza di formarsi a fine di allargare le vedute (come è successo a me) e darsi opportunità nuove.
            (no spacchiarsi come fanno alcuni cazzoni semplicemente perchè ricevono un semplice attestato che possono usare x carta igienica, svergognando chi non ha avuto la possibilità, o chi non ha mai avuto modo di conoscere il mondo della formazione a causa dei loro limiti, inconsci)

            Io vorrei focalizzarmi come target solo a ragazzi/e entro l’età dei 25 anni, (è un mio limite? O è un buon target per me 22enne??)

            Io vorrei fare tutto con il mio nome, sperando che nel tempo mi associano a formazione x ragazzi.
            Ma leggendo i tuoi articoli capisco che nel business la speranza può andare a fanc… E adesso resto indeciso sul nome.

            Il messaggio è lo sviluppo personale, ma non mi viene in memte niente che reputo adatto.
            New ability
            Fuori dagli stereotipi
            Piuchepossiamo
            Livello superiore
            Abbatti i limiti
            Alza l’asticella
            Vivi come vuoi tu
            Gogo ragazzi
            Questi sono alcuni che ho pensato.. Ma piu ne penso e piu mi confondo.

            Chiedo umilmente un tuo saggio consiglio

            Il problema e che mi faccio le seghe mentali (per paura di non riuscire a posizionarmi prima di qualcun altro)

    • Brand di focaccia al taglio nelle citta europee. Io non sono pizzaiolo ma ho questa ????visto che per lavoro giro 6 mesi all anno giro francia, germania svizzera, e la pizza italiana è apprezzata da tutti.

      • Grande! Provaci ma studia bene i numeri e il marketing prima di partire buttando soldi 😉

        • Io ho questa Idea ma devo prima diventare forte in Italia e poi all ‘ estero, si dovrebbe prima conquistare la parola pizza al taglio

  3. Ottimo spunto di riflessione!!! In termini pratici come aggiancare clienti che siano disponibili a spendere più del solito. …. cioè come far leva sul loro ego e portafoglio???!!!

    • Devi imparare a fare marketing in termini pratici. Cioè aprire praticamente il portafoglio, portare praticamente il tuo culo in un posto dove lo insegnano praticamente e poi metterti a fare praticamente quello che hai imparato.

  4. Ho un prodotto snobbato da tutti, che ha un potenziale enorme. Nn esiste sul mercato lo stesso prodotto perché fatto solo ad uso esclusivamente commerciale, da viaggio o da “rinforzo per il materasso principale, il prodotto in questione è’ un TOP o sopramaterasso che ha qualità uniche solamente perché chi lo ha fatto e un artigiano toscano è pazzo scatenato. Mai sentito di un materasso lavabile anti decubito trasportabile e che vi fa dormire sul vs materasso come fosse su una nuvola???( e che dispositivo medico) il nome non so se suona bene materasso SEGRETO o MAGICO e il prezzo è’ un incognita. Meglio 990 euro o 1290 euro per il materasso matrimoniale??? C’è da provare e capire. Non so come possa essere percepito dal pubblico, visto che il settore è veramente massacrato da robaccia che rompe la schiena!!! Grazie Alessandro

  5. Qs articolo è come cacio sui maccheroni in qs momento particolare della mia vita!!!! Sto cercando di mandare a quel paese la famosa azienda tritacarne per poter uscire definitivamente dal tunnel di aziende che spremono e basta senza dare nulla in cambio!!! Infatti è solo nostra responsabilità se non ne usciamo. Grazie Frank per il tuo contributo sempre valido anche se a volte veramente del terzo millennio per la media italiana di riferimento. Veramente di cuore. Alessandro SAuta

  6. Ciao Frank, ho letto il tuo libro e l’ho trovato illuminante a confronto di altri che non citerò, € 20,00 spesi molto bene. A parte i complimenti che ad una persona pragmatica come te lasciano abbastanza indifferenti, se non del tutto. Vorrei un tuo autorevole parere riguardo al settore dell’editoria di pregio che stò per intraprendere come venditore, hai ragione così ci chiamiamo e non commerciale, rappresentante e puttanate varie, dopo anni trascorsi nel settore telecomunicazioni. Considera che vivo in Puglia, zona bassospendente rispetto al Veneto.

      • Ciao Frank, non ho cliccato sul link perchè conosco la gag di Abbatantuono alla quale fai riferimento, ma ti prego, devo assolutamente fare una scelta ed alla mia età è importante cercare di sbagliare quanto meno possibile, il tuo parere per me sarebbe di grande aiuto ed estremamente apprezzato.

  7. Bellissimo articolo ma si menzionano marchi superstar come si puo’applicare questi principi in un azienda in
    Fase di partenza che deve confrontarsi con multinazionali? (Settore haircarre) saluti francesco

  8. Ciao Frank, ho letto il tuo libro e l’ho trovato illuminante a confronto di altri che non citerò, € 20,00 spesi molto bene. A parte i complimenti che ad una persona pragmatica come te lasciano abbastanza indifferenti, se non del tutto. Vorrei un tuo autorevole parere riguardo al settore dell’editoria di pregio che stò per intraprendere come venditore, hai ragione così ci chiamiamo e non commerciale, rappresentante e balle varie, dopo anni trascorsi nel settore telecomunicazioni. Considera che vivo in Puglia, zona bassospendente rispetto al Veneto.

  9. Ciao Frank sono Carmen,mi arrivano sempre le tue e.mail molto interessanti! Sono sul punto di riavviare la mia attività,si dico riavviare perchè 5 anni fa l’ho chiusa facendo alcuni errori da te elencati in precedenza.Non conoscendo le leggi del marketing oggi mi rendo conto che dovrei conoscere questo aspetto,se non altro capire bene da dove iniziare.volevo chiederti a tal riguardo tu conosci qualcuno nella provincia di Varese o Milano a cui io mi posso rivolgere? sai come si chiamava la mia attività in passato….IlPiccoloparadiso…,non è mai cresciuto…oggi si chiama LaRondinegioielli…addirittura ho trovato il dominio libero….l’ho comprato subito..continuerò a seguirti…grazie!

  10. Il miglior modo per creare un brand è far parte della massoneria in modo che i media mainstream parlino di te fino alla nausea. Vedi iPhone, Facebook, Twitter ma anche Fiat, Redbull, etc.

    Per il resto si raccoglie quel che si può facendo meglio del tuo concorrente e ci riesci seguendo Frank.

  11. Ciao Frank,
    Hai del materiale riguardo il Brand naming, ho difficoltà a trovare un nome e un logo riguardo la mia pizzeria focalizzata sull uso del lievito madre, è scontato chiamarla proprio lievito madre

  12. Articolo interessante… leggo spesso i vostri articoli e vi ringrazio perché mi danno una carica di motivazione…

  13. Ottimo articolo, big Laura & grande Frank!!! Consiglio a tutti il libro ‘visual hammer’ di LR ed ovviamente (non che ne abbia bisogno..) ‘vendere fa schifo se…’ Di FM!!

  14. Ciao Frank sono Gianluca ho letto il tuo libro ho partecipatp al tour eadesso voglio iscrivermi al tuo corso….io sono un personal trainer ho un mio centro pt dove lavoro su diverse tipologie di cliente dal posturale all’estetico all’atleta…ho visto che un tuo studente e mio collega si e focalizzato sulla cellulite…quale corso mi consigli marketing merenda o venditore vincente?

    • Gianluca i corsi devi farli entrambi 🙂 Sono in realtà un unico corso, diviso in due pezzi per comodità didattica. Otterresti risultati partecipando a qualunque dei due, ma il tuo problema principale se vuoi fare della tua attività un business é imparare a costruire il marketing. Quindi parti da Marketing Merenda, che é il primo per te come imprenditore in ordine cronologico e poi passa a VV, più focalizzato sulla vendita in particolare sulla vendita consulenziale.

  15. Molto interessante l’articolo, e dopo aver letto la parte riguardo all’Apple Watch mi e sortoi un dubbio mi trovo nella situazione di voler lanciare un servizio che è quasi una commodity.Però ascoltando le lamentele di chi mi commissiona il lavoro vorrei proporre un servizio di alto livello e prezzato alto e visto che nessuno garantisce il risultato volevo ribaltare il rischio. Posso segmentarlo in 3 offerte?base Plus Platinum per esempio oppure e meglio avere solo un servizio?

    • Una sola opzione per il lancio. Poi vedrai con il tempo se vale la pena estendere le opzioni.

  16. Ciao Frank ,in verità ,ero tentato di partecipare alla data di Napoli. L’unica cosa che mi ha reso perplesso è che il tuo lavoro si concentra molto sulle aziende produttrici di beni . Ho letto poco anche nel tuo libro riferimenti ad attività di vendita al dettaglio e in merito volevo sapere se toccherai argomenti inerenti a quanto succitato. Grazie dell’attenzione ,ma sopratutto complimenti per i tuoi articoli, per il tuo lavoro che metti a disposizione di tutti .Considero, nel mio piccolo, te e Roberto fra i migliori formatori.

    • Maurizio non mi far venire l’esaurimento nervoso per cortesia 😀 Il mio lavoro si concentra sulle aziende, non sulle aziende produttrici di beni. Il marketing é marketing, quello che vendi NON ME NE FUTT NU CAZZ: SI’ CAPIT’? 😀 SO CAZZI CHE AMME’ NON MI RIGUARDANO 😀

      Se non la smetti di ragionare con “il mio settore é differente” entri in un vortice di stupidità e incapacità di agire dal quale non salti fuori.

      Se non senti l’esempio esatto per il tuo settore e non capisci é un male. Tuo. Devi capire come prendere ciò che senti e adattarlo al tuo settore. Non cercare “esempi” per il tuo settore, che nel tuo cervellino significa COPIARE quello che fanno già altri.

      Se lo fanno già altri significa che è vecchio e sei arrivato TARDI. E’ proprio per questa mentalità che le aziende non funzionano.

      Se ragioni così ti faccio un esempio per un’attività al dettaglio che é un negozio di giocattoli. Ma tu hai una macelleria. E lui é a Torino e tu sei a Sorrento. Allora mi chiederai “Dimostrami che uno che ha una macellerai a Sorrento fa quello che dici tu!”

      Come vedi se intraprendi quella china, la strada per le scuse per non sforzarsi e non fare non finisce più e diventi proprio scemo nel vero senso della parola. Bloccato, pauroso, incapace. E’ la fine che fa chi si ferma nelle scuse “Eh ma il mio settore é differente”.

      Se segui su quella scala invece che sforzarti di capire, non ci salterai mai fuori con la tua azienda. Te lo dico con affetto 🙂

  17. Buongiorno Frank,
    Io e mia moglie abbiamo ricevuto il prestito agevolato e vorremo aprire una attività al dettaglio lei punta sul detersivo ma in zona ci sono già, allora ho pensato a quello alla spina,puntando il focus Non Abbassiamo la qualita ma il prezzo! E facendo leva sull’ambiente e la natura. Credi sia una scelta vincente?

    • Credo sia una scelta DI MERDA e che tu non abbia mai letto nulla di quello che scrivo.

      Dove sarebbe la difficoltà nel farti concorrenza e la soglia di accesso al business se non essere uno sfigato che si butta anche lui nel settore con gli ultimi risparmi?

      Finirà che se va male fallisci subito. Se “va bene”, tutti cominceranno a copiarti, apriranno dispenser di detersivo sfuso ovunque, ti faranno il culo sul prezzo finché non chiudi con ancora più debiti.

      Avete avuto in due due idee di merda una peggio dell’altra. Era difficile ma ce l’avete fatta 🙂

      vai su http://www.marketingmerenda.com e scarica l’audio gratuito che ci trovi.

  18. Ciao Frank come puoi applicare allora un prezzo alto su una vendita di vino sfuso dove notoriamente il prezzo è compreso tra 1,5 e 2,5? Ho letto cosa ne pensi sulla vendita delle patate ma per ora altro non ho
    grazie e grazie per gli articoli

    • Carolina, il problema é che vendere vino sfuso é una scemenza. Soprattutto in un settore dove sicuramente ci saranno già player e competitor enormi che basano tutto o quasi sul prezzo.

      Il vino sfuso, dato che per sua natura non si vede nella confezione, è difficile da brandizzare.

      Uscirei da quel commercio il più velocemente possibile.

  19. Ciao Frank, ciao ragazzil. Sto per partire, a ottobre ci sarò. E andiamo…. Il mio business sarà quello che faccio per passione (conosco la teoria del non innamorarsi delle proprie idee), cioè vendita on line di tartufi (sono un cavatore con cani bravi.). E voglio partire con questa esperienza con un focus su ristoranti di stellati. Sarà molto difficile, ma voglio riuscirci!

  20. Ciao Frank, complimenti per tutto il lavoro che stai facendo.
    Una domanda: se entri in una nuova categoria e sei il primo, come fare a stabilire il giusto prezzo?

    • Il “giusto prezzo” non esiste. Esiste quanto riesci a farti pagare. Di solito vai per paragoni con categorie affini e applichi un premium price che può andare da +10% a un moltiplicatore. Dipende 🙂

  21. Ciao Frank, volevo chiederti
    nell’ambito del settore consulenza, per partire con una nuova idea nella mia City, cosa ne pensi dell’ associazione tra l’attività sanitaria fisioterapica a quella delle palestre fitness sotto un unico cappello? Focalizzando magari la consulenza preventiva e curativa al target frequentatori palestra e sportivi?
    Faccio male a pensar?
    Grazie
    Ricevo e leggo con piacere i tuoi articoli!

    • E’ un’idea convergente. Le idee che funzionano sono idee divergenti, cioè volte alla specializzazione non a mettere più cose sotto un unico cappello. Così a orecchio questa é la regola base 🙂

  22. Ciao Frank,vorrei avviare un allevamento di lumache in provincia di avellino.Ma il mercato almeno dalle nostre parti non è per niente sviluppat come al nord.Secondo te conviene rischiare o meglio cambiare.Sarei ilprimo e con un po di marketing…

    • L’allevamento di lumache dove l’hai sentito? Sulla stessa rivista che promuove i negozi di sigarette elettroniche, le pataterie olandesi, i campi di bambù e gli allevamenti di struzzi?

      • Buonasera Frank, li hai massacrati ma gli hai fatto del gran bene!
        Spero che molti di loro si tengano i soldi in tasca anzichè buttarli in attività inutili.

        Con te e i numeri uno al mondo sono tornato a studiare “peggio che all’università” ma almeno non faró errori irreparabili in futuro.

    • Nell’audio gratis che puoi scaricare c’è la legge della “Soglia di accesso” spiegata molto bene. Allevare lumache non rispetta quella legge. Ri-ascoltalo con attenzione e capirai da solo (spero).

  23. Ciao Frank, sto pensando di produrre un brand di gioielli solo per spose quindi creare una nuova categoria. Ti seguo da tanto sarò presente sabato a Napoli e farò il possibile per frequentare anche marketing merenda… credi che come idea potrebbe funzionare? Ovviamente dopo la dovuta formazione

    • Costantino non basta solo dire “che non si fanno altre cose”. Nel settore gioielleria da sposa immagino che vi siano enormi player anche se non fanno solo quello con brand molto forti, suddivisi per fasce di prezzo. E mi sembra anche sempre ad orecchio che servano capitali interessanti per entrare in quel settore che è legato alla moda e all’uso di materie prime piuttosto costose. Così a orecchio mi pare un azzardo molto rischioso. Hai davanti Damiani, Bulgari, Cartier, solo per citare i più famosi…

  24. Nel Brand Positioning è possibile che siano dei concorrenti a spingere? perchè hanno copiato il NOME quindi lo pubblicizzano! ma tu sei primo nella ricerca su Google per quelle keywords

    • La confusione non é mai una buona cosa. In generale “chi copia chi” é poco importante. Ciò che é importante é chi registra il marchio correttamente per primo e vanta diritti immediati anche sul nome a dominio (anche se lo hai registrato per primo).

  25. L’articolo è interessante,
    fa sempre bene rileggere concetti che trovi nei libri che consigli????????????

    La cosa che mi sorprende di più è il fatto che sei sempre sul pezzo, e sempre presente, sei il mio idolo ????????????

    Grande Frank!

  26. Ti giuro mi hai fatto morire 🙂 caro Frank si hai ragione e proprio questo il mio momento bloccato, impaurito. forse perchè per i troppi errori commessi mi sono ritrovato con la mia attività che ti assicuro era l’esempio a perdere nel giro di un paio d’anni quasi il 40% del fatturato e nonostante tutte le nuove idee che immetto, a breve l’ultima e in una situazione di stallo. grazie del tempo dedicatomi e anche degli schiaffi 🙂 ti seguirò con attenzione e se sono in tempo parteciperò al tuo seminario.

  27. Ciao Frank, ho ragionato su un prodotto, stingendo il focus a persone che acquistano già quel tipo di prodotto, ma vorrei aggiungere un particolare molto interessante.

    Tramite una ricerca ho visto che esiste già ma è focalizzato nettamente su un altro tipo di clientela, che secondo il mio parere è poco interessata all’acquisto.

    Quindi prodotto simile ma cambiando il target di clientela.

    La mia domanda è… come cazzo parto con il business? Creando il nome o studiando la produzione del prodotto?

    Io l’ho ragionata così:
    Controllo se l’azienda che produce il prodotto ha un brevetto.
    Se non ce l’ha registro il marchio e studio come produrle.
    Ecc.

    Se ha il brevetto come continuo?

    • “ho ragionato su un prodotto, stingendo il focus a persone che acquistano già quel tipo di prodotto, ma vorrei aggiungere un particolare molto interessante.”

      Già qui sono andato in bagno a vomitare.

      • Scusa non mi sono spiegato bene.

        Vorrei targhetizzare un prodotto in base al focus creando un brand ma spingendo molto di più sul direct marketing con la tecnica del +3-.

        Lo faccio?

        • Cristian, il problema non è cosa tu voglia fare. Il problema é “Cosa conosci REALMENTE di marketing”. E dalla tua domanda così a orecchio, molto poco. Quindi se non ti formi PRIMA nel marketing e nelle vendite rischi solo di buttare soldi nel cesso, qualunque sia la tua idea.

  28. Ho imparato qualcosa al Legend scorso e lo sto già mettendo in pratica, ma aspetto il corso di Riccione dove Frank ci ha promesso scintille, e quando Frank promette di solito …. da molto di più !!!!

  29. Ciao Frank,
    mi occupo di viaggi per un’agenzia online che conosci bene, che ha sede vicino a Padova e ha molti promotori sparsi per l’Italia (e non solo) che vendono viaggi, condividendo le commissioni con l’agenzia madre. Qualche mio collega ha anche partecipato al tuo VV e qualche anno fa avevi contribuito alla formazione con materiale video sulla vendita (prima che diventassi un divo del marketing) 😛
    A parte la specializzazione su una destinazione specifica o su una tipologia di viaggio (che con questa agenzia è possibile fare), non so come altro potermi distinguere nel mare infinito di agenzie di viaggi specializzate che già sono ultra presenti … tenendo anche conto che la tendenza è quella di by-passare l’intermediazione, prenotando ormai sul web per proprio conto.
    Che faccio? Apro un bed&breakfast ai Caraibi così evito l’intermediazione?
    La regola del “se non lo faccio non lo vendo” mi manda a male … come posso applicarlo al settore viaggi? (che non è differente, ma è un gran bordello di concorrenza e guerra dei prezzi?)
    Se vorrai dedicarmi qualche minuto per rispondermi, te ne sono grata 🙂

    • Ramona ti sei risposta da sola. Il tuo é un settore di intermediazione che sta venendo disintermediato da internet. Non c’è molto da fare per differenziarsi. Se parlassimo di una consulenza specializzata qualcosa potrei anche tirare fuori ma la realtà é che internet ha reso le agenzie viaggi “comuni” mediamente inutili.

      Ho un paio di idee che funzionano molto bene ma le tengo per i miei studenti. Sorry 😉

  30. Grazie Frank per la tua risposta. Dovrò vendere un po’ di viaggi per poter diventare una tua studente il prima possibile.
    Thanks 🙂

  31. “rizza la mazza è bellissimo, potrei farci il brand di “viagra” alternativo XD

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