Perchè Apple Watch non è all’altezza di Steve Jobs

steve-jobs-speakingI primi segnali non sono positivi. Che motivi potrebbe avere avuto la Apple per non rivelare le vendite del Watch nel suo più recente rendiconto finanziario?

Me ne viene in mente solo uno. Le vendite non sono buone.

Tim Cook sostiene il contrario. «In settembre abbiamo preso la decisione di non rivelare i numeri relativi al Watch, non per mancanza di trasparenza, ma per non dare ai nostri concorrenti i dettagli di un prodotto cui abbiamo lavorato duramente».

Hmmmm.

Sembrano esserci quattro problemi con l’Apple Watch.

1. È un accessorio, non un congegno autonomo

La comodità è stata una delle ragioni principali del successo dell’iPhone. Non c’era più bisogno di portarsi appresso un computer laptop, un lettore MP3, una macchina fotografica, un ricevitore GPS e un telefono cellulare. Si potevano avere tutte queste funzioni riunite in un unico congegno, che stava comodamente in tasca o in una borsetta.

L’Apple Watch sembra muoversi nella direzione opposta. Adesso sono due i congegni che bisogna portarsi appresso. Non è la direzione giusta.

Invece, uno Apple Watch con un’unica funzione primaria potrebbe avere decisamente senso. Forse un telefono da polso, un congegno focalizzato soltanto sulle chiamate telefoniche. Una versione del XXI secolo della radiotrasmittente da polso di Dick Tracy.

In altre parole, invece di sviluppare un nuovo accessorio per migliorare il funzionamento dell’iPhone, bisognava sviluppare un nuovo marchio per le persone che non vogliono portarsi dietro un iPhone.

2. Non è il primo nella categoria

I leader sono quasi sempre i marchi che sono arrivati primi nella mente dei clienti (ma non necessariamente i primi nel mercato). Lipton nel tè. Nescafè nel caffè istantaneo. Domino nello zucchero. Morton nel sale.

Ma Tim Cook non la vede a questo modo:

«Non siamo stati i primi nei lettori MP3; non siamo stati i primi nei tablet; non siamo stati i primi negli smartphone. Ma si può dire che siamo stati il primo smartphone moderno, e saremo il primo smartwatch moderno – il primo che conta veramente».

Ha ragione riguardo al primo lettore MP3 ad alta capacità, il Creative Nomad Jukebox. Ma quel marchio era un’estensione della linea e aveva un nome debole, e non è andato da nessuna parte. Il risultato è stato che l’iPod è stato il primo nella mente.

«Mille canzoni in tasca».

L’iPhone è stato il primo smartphone con un touchscreen, che chiaramente costituiva una nuova categoria, come dimostra il rapido declino del BlackBerry.

L’iPad è stato il primo tablet computer, ma il nome della categoria era stato usato in precedenza da Microsoft e da altri per descrivere dei computer laptop con una tastiera staccabile. Apple ha commesso un errore nel non dare all’iPad un nuovo nome di categoria.

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3. Mancanza di un nuovo nome di marchio

I nomi sono importanti. L’iPod, l’iPhone e l’iPad. Tre marchi che hanno fatto della Apple l’azienda più ricca del mondo. Invece di ricorrere a un quarto nome di marchio, come mai la Apple ha chiamato il suo nuovo smartwatch «Apple Watch»?

Se un’azienda desidera estendere la linea di uno dei suoi marchi per catturare una piccola quota di un mercato già esistente, un nome da estensione di linea può produrre risultati modesti.

La senape Heinz, il ketchup French, la salsa di pomodoro Campbell, la cola Red Bull, lo yogurt greco Yoplait, la bibita energetica Tab, l’acqua frizzante Dasani, il sidro di Stella Artois, il colluttorio Crest, il dentifricio Listerine, le batterie Sony, gli aerei a reazione Honda. La lista è infinita, ma nessuna di queste e di molte altre estensioni della linea ha catturato una quota significativa del mercato.

Le estensioni della linea imperversano nelle aziende americane soprattutto perché gli AD hanno una gran fede. Poco prima di lanciare BN.com, Leonard Riggio della Barnes & Noble disse a Jeff Bezos di Amazon.com:

«Stai facendo un lavoro eccezionale, ma quando saremo aperti ti faremo fuori».

Attualmente, Amazon vale 251 miliardi di dollari sul mercato azionario e Barnes & Noble 1,7 miliardi – non esattamente i numeri di una vittima e del suo killer.

O come disse Jack Welch, AD della General Electric, quando la sua società aprì GEfinancial.com:

«I vecchiacci faranno venire un coccolone alle società basate esclusivamente sulla rete».

Google, Facebook, Twitter, Uber, Airbnb, LinkedIn, Pinterest, Snapchart e molte altre società basate esclusivamente sulla rete sembrano essere in ottima salute. I vecchiacci, invece, sembrano aver perduto il treno. Persino la IBM ormai è ai margini del gioco.

4. Una linea di prodotto troppo ampia

Pochi prodotti nuovi rivoluzionari sono stati lanciati con una linea molto ampia. Quasi ogni nuovo marchio di successo è stato lanciato con una linea limitata.

L’iPod è stato presentato in un unico modello.

L’iPhone è stato presentato in due modelli: a 4GB e a 8GB.

L’iPad è stato presentato in un solo modello, anche se 27 giorni dopo la Apple ha presentato l’iPad 3G.

Eppure la Apple ha presentato l’ Apple Watch in 38 modelli diversi. Che senso ha?

L’ Apple Watch Sport ha 10 modelli, con un prezzo compreso fra 349 e 399 dollari.

L’ Apple Watch ha 20 modelli, con un prezzo compreso fra 549 e 599 dollari.

L’ Apple Watch Edition ha 8 modelli, con un prezzo compreso fra 10.000 e 12.000 dollari. Personaggi famosi come Beyoncé, Kanye West, Rapper Drake e Karl Lagerfeld sono stati visti indossare i modelli più costosi del Watch. Ma poche persone possono permettersi orologi da diecimila dollari che potrebbero diventare obsoleti nel giro di pochi anni.

Quanto vale un vecchio iPhone?

La confusione è il nemico del branding

Quando lanci un nuovo marchio, devi lasciare che la cosa sia il più semplice possibile. Dopo che i consumatori sono diventati consapevoli del marchio e delle sue caratteristiche, puoi aggiungere modelli ulteriori per incrementare l’interesse del marchio.

Ma non nella fase di lancio.

Prendiamo la categoria della vodka. La Smirnoff è stata lanciata nel mercato americano nel 1933. Oggi, la Smirnoff è la marca di distillato più venduta del mondo.

In America, la Smirnoff è disponibile in 32 gusti, oltre alla vodka «classica». Ma ovviamente non ha cominciato in questo modo. All’inizio aveva un solo gusto e in seguito ne ha introdotto altri, ma solo dopo avere avuto successo. Dopo 82 anni, la Smirnoff ha ancora cinque gusti in meno dei 38 modelli dell’ Apple Watch.

Nessuno sa se l’ Apple Watch diventerà un altro iPod, iPhone o iPad. Ma se la storia insegna qualcosa, le probabilità non sono buone.

Tim Cook non sta seguendo il piano d’azione elaborato da Steve Jobs.

– Al Ries –

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59 pensieri su “Perchè Apple Watch non è all’altezza di Steve Jobs

  1. La capacità di sintesi e di analisi dei fatti di questo professionista è veramente impressionante.
    Spero di acutizzare anche questa dote al prossimo VV al quale sono già iscritto 🙂

    • Vedrai che imparare da lui dal vivo sarà una esperienza eccezionale Andrea 🙂

  2. Bellissimo articolo!
    Credo che la Apple stia sbagliando diverse cose rispetto ai tempi passati.
    Ricordo ancora le parole di Steve Jobs quando presentò l’ipad:

    “Un tablet più piccolo di questo non avrà mai motivo di esistere…”

    Un anno dopo la sua morte la Apple presentava l’iPad mini.

      • L’Ipad che è stato progettato prima dell’iphone, e lanciato dopo ha preso il nome della categoria dei tablet…è il prodotto meglio riuscito della apple, ha anche una lunga durata della batteria cosa che l’iphone non ha. Il mini da la dimensione giusta per quello che si deve far, io li ho tutti e 2, la riduzione di schermo non da la sensazione di avere cmq uno schermo più piccolo…..non sono ne un fan di apple ne un critico, dipende dai prodotti.
        L’ipad ha spaccato proprio …e da prodotto per giovani è diventato il prodotto da regalare a chi non ci capisce niente di computer,,,il regallo alla mamma…quindi si è autoposizionato da solo o meglio “riautoposizionato da solo”

  3. Come sempre illuminante! Se certi “guru” leggessero tutto questo materiale gratuito, capirebbero in quale merda si trovano!… Per quanto riguarda “voi” siete il top! Parole semplici su discorsi “difficili” a prova di subumano ( forse )

    • Ciao Stefano.

      In realtà Al esprimeva un concetto importante legato al primo iPhone, cioè il problema che portava con sè della convergenza e che storicamente porta al disastro.

      Ogni volta che si è andati verso la convergenza, i risultati sono stati disastrosi.

      A dire il vero, a te manca un pezzo di storia, cioè che Al Ries non sbagliò affatto ma anzi ebbe ragione per ben due generazioni di iPhone. E’ solo dalla terza generazione infatti che iPhone cominciò a vendere e divenne il successo che tutti conosciamo ma agli inizi vendette molto poco.

      E in generale, se non sei una mega corporation come la Apple, questo rischia di farti fallire perchè drena le tue risorse economiche.

      Il dato che Al all’epoca aveva invece sottovalutato era che nel medio-lungo periodo la convergenza di iPhone si focalizzava sulla portabilità in particolare di internet, cioè non dovendo più trasportare diversi device si rivelò un vantaggio interessante.

      Più che altro, iPhone permise di fare una cosa che prima era “impossibile”, cioè “avere internet in giro”.

      Le persone man mano sono diventate sempre più bulimiche di connessione, e infatti gli smartphone si usano oggi per navigare e stare su Facebook, e non per telefonare.

      Volendo estremizzare il concetto, fu il successo di Facebook e dei social a decretare nel lungo periodo il successo di iPhone che vi si agganciò.

      Se Facebook non avesse fatto esplodere la mania “social” della gente o se semplicemente Facebook e iPhone fossero nati in epoche diverse… o anche solo Facebook fosse nato solo qualche anno dopo, probabilmente iPhone sarebbe stato un flop a favore della BlackBerry che è rimasto comunque il preferito per anni dai professionisti abituati a lavorare con le email.

      Apple Watch non ha questa “corrente forte” alla quale agganciarsi e farsi trascinare. Che farà?

      Inoltre iPhone creò la categoria nuova degli smartphone touchscreen che piano piano andò a sostituire quella precedente rendendo quindi dopo qualche anno iPhone leader in una nuova nicchia.

      Il brand è sempre una scommessa e alcune volte ci sono comunque piccoli angoli che non vedi. Nel caso di iPhone la predizione iniziale fu corretta ma poi nel medio periodo le cose cambiarono perchè esplosero i social media che favorirono iPhone sul Blackberry. Questo non inficia 50 anni credo di predizioni azzeccate una dietro l’altra 🙂

      L’Apple Watch presenta molte problematiche come prodotto, che sono quelle sopra elencate. E infatti non sta andando bene.

      Poi magari nel tempo correggeranno il tiro o accadrà qualcosa che oggi non vediamo. Ma se tutto rimanesse uguale quelle indicate sono falle abbastanza gravi.

      • Il business è sempre più veloce e Apple crea prodotti per mercati futuri: fare predizioni è difficile, anche per Ries.

        È uscito l’iPhone e tutti dicevano:
        – Il telefono serve per telefonare [ora tutti a testa bassa sullo smartphone]
        È uscito l’iPad e tutti dicevano:
        – È un iPhone più grande, a cosa serve? [ora tutti sul divano con il tablet]
        È uscito Apple Watch e tutti dicono:
        – Ma a che cazzo serve?
        Ringraziate Apple che anticipa di 5 anni il vostro scetticismo progettando il futuro

        • Meno male che c’è sempre qualche nerd Apple fan che viene a fare i suoi commenti “tecnici” da fanatico. Ne sentivo la mancanza.

          • Sono d’accordo con Al Ries (e ci mancherebbe) ho sempre avuto solo cose con la mela perché funzionavano meglio. Io corro in montagna e non voglio portare il telefono. Non comprerò l’apple watch finché mi costringerà a girare con “appiccicato” l’iPhone. E poi abbiamo il problemino della batteria… E io sono un fan! Ma “devo” usare un garmin. Sono allineato al concetto?

          • Ma quale fanatico. E’ la realtà dei fatti che stiamo parlando di una delle aziende più innovative del pianeta. Oppure Ries si riferiva ad un’altra Apple?

            Quello che volevo dire è che in Apple non sono così naif da non sapere tutto quello che Ries ha detto: non stiamo parlando di una PMI italiana, insomma.

            Il Watch NASCE come prodotto di nicchia e sperimentale, non sarà mai un prodotto di massa, nè vuole esserlo.

            Certamente non farà fare molti soldi ad Apple, ma probabilmente aprirà nuovi mercati che in questo momento NON esistono.

            Ci vogliono molti insuccessi, anni e fallimenti per progettare un nuovo iPhone.

            E non è un caso che lo stesso Jobs abbia fatto cilecca varie volte prima di portare Apple ad una delle più grandi aziende al mondo per capitalizzazione azionaria.

      • iPhone nel 2008 è cresciuto del 730%, bel fallimento haha. Al Ries aveva previsto il fallimento del prodotto e dava spiegazioni del tutto fuorvianti come nel caso del Apple watch. I social non bastano per giustificare il successo perché ci sono centinaia di Smartphone in commercio. Non avete la verità in tasca, non fare “so tutto io”

      • da vero incompetente posso però confermare. Il primo iphone lo presi e almeno per me, il gancio fu la fotografia nel telefono e lo zoom “digitale”. Ma eravamo pochissimi e molto spesso derisi perché possessori di un cellulare grandissimo. Ma si leggeva benissimo altro nei loro occhi.

  4. Sempre un gran piacere leggere i Vs. Articoli.
    Non posso ancora partecipare a questo corso di VV in quanto la mia azienda non è ancora ben organizzata e non viaggia da sola….ma ci stiamo lavorando.
    In un futuro, spero non troppo lontano, mi piacerebbe entrare nel gruppo….
    Un saluto
    Work hard….

  5. Dopo averli letti sono concetti talmente semplici che sembra impossibile che multinazionali, manager, amministratori delegati, eccetera non li comprendano o non ne siano a conoscenza!
    Grazie Frank x la solita chicca che ci regali quotidianamente…!!!

  6. Condivido che in fase di lancio di un prodotto questo debba avere una linea limitata, per poi essere incrementata pian piano.
    Credo però che un orologio sia considerato un accessorio moda e quindi a differenza dell’Iphone, del Ipad e Ipod, l’aspetto estetico abbia una rilevanza molto maggiore, se non determinante nella scelta del cliente rispetto agli altri prodotti.
    A mio parere se le stime di vendita non saranno in linea con le attese, la causa principale sarebbe dovuta soprattutto alla “simbiosi” con l’Iphone, che ne limita fortemente il bacino di potenziali clienti.
    Anzi, se fosse stato un prodotto completamente staccato da Iphone e con un prezzo base inferiore, poteva essere la tipologia giusta di prodotto per “attaccare” tutta la clientela Android e farle provare la qualità di Apple.

    • In conclusione della prima parte del mio intervento, se l’aspetto estetico è molto rilevante, una gamma maggiore può fare la differenza (vedi gli Swatch).

      • Emanuele in realtà anche per gli Swatch la situazione è la medesima.

        Lo Swatch uscì con una gamma limitata all’inizio (che era più una variante di colori in pratica) e soprattutto con un unico prezzo (50 franchi svizzeri).

        Il problema dell’Apple Watch è non solo l’estrema gamma iniziale ma soprattutto l’enorme differenza di prezzo tra un device e l’altro. Non si capisce quindi Apple Watch “quanto costi”.

        Questo è un problema.

  7. Come sempre l’analisi di Al Ries lascia senza ogni minima perplessita!! Impeccabile!

  8. Basta vedere i prodotti di successo (iPhone, iPad, iMac, MacBook) e quelli falliti (Apple TV). Per quale arcano motivo l’hanno chiamato Apple Watch invece di iWatch?? Poi al numero di versioni eccessivo hanno aggiunto un naming ridicolo (Edition che vuol dire?) come ciliegina sulla torta.

    Avranno ragionato “Il mercato si aspetta un nostro orologio, altri fanno l’orologio, facciamo l’orologio”.

    L’impressione è che attualmente non ci sia mercato perché nessuno ha ancora individuato un qualche vero problema reale che uno smartwatch può risolvere. In mancanza di questo resta un accessorio e le aziende IT non hanno nulla a che vedere con la vendita di accessori (i leader sono altri, Swatch, Rolex ecc.). In un contesto dove sono tutti uguali e abbastanza inutili, credo ci sia ancora spazio per diventare primi se si trova un qualche fattore differenziante davvero forte su cui posizionarsi.

    In ogni caso sembra ci sia in arrivo una stronzata ancora più grossa (http://www.tomshw.it/news/iphone-6c-potrebbe-arrivare-a-giugno-2016-con-processore-a-16-o-14-nm-finfet-69081). Come si fa ad inquinare il brand iPhone con un pezzo di plastica colorata low cost? Non gli è bastato il fallimento del 5c?

    • Niccolò non hanno potuto chiamarlo iWatch perchè si erano fatti fregare il brand da un’altra azienda che aveva già registrato il marchio 🙂

      Ciò detto, non devono per forza chiamare tutti i nuovi prodotti con la “i” davanti, anzi.

      L’importante è che non lo chiamino Apple qualcosa 🙂

  9. Ah ecco, mi ero perso quando se lo sono fatti fregare 😀

    Purtroppo oltre ad Apple Watch abbiamo anche Apple Music… spero non sia la nuova strategia di naming dei nuovi prodotti.

  10. Chissà cosa direbbe Steve Jobs nel vedere cosa stanno facendo della sua Apple.

    Diciamo che è un classico errore da manuale del Brand Positioning ed è strano che a commetterlo sia un colosso di questo genere.

    Alle Vendite l’ardua sentenza 🙂

  11. l’orologio di per se è un accessorio più personale rispetto ad uno smartphone quindi forse la gamma molto estesa di prodotti non è così sbagliata. il problema è appunto il prezzo: quanto ca**o vale l’orologio che indosso? che status comunica? sono ricco o sono un barbone?
    Magari un’iniziativa legata alla personalizzazione dell’accessorio (come ha fatto ad esempio la nike con il suo programma NikeId) sarebbe stata più azzeccata se il range di prezzo fosse stato meno ampio?
    come sempre grazie Frank per la rivoluzione che stai portando!!

  12. Un articolo veramente ricco di informazioni che valgono oro… grazie.
    Vorrei solo segnalare che, in realtà l’iphone non è stato il primo smartphone con touchscreen… già la HTC aveva introdotto sul mercato smartphone touch prima della apple… tuttavia la Apple si è inserita con un prodotto tecnologicamente molto innovativo.
    Lo schermo “multi touch” con la sua elevata sensibilità e la grafica a scorrimento, mai vista prima, le App scaricabili che integravano lo smart di tante nuove funzionalità, hanno determinato un salto tecnologico notevole.

    • Goffredo, quando si dice “primo” non si intende mai primo in termini di tempo quando si parla di branding. Si intende sempre “primo a imporsi nella mente”, come è ben citato anche nell’articolo 😉

  13. Come sempre, grazie per tutta la rivoluzione e aiuto che stai portando in Italia, che altrimenti io, non avrei mai potuto accedere per un bel po di tempo o forse mai!

    Premettendo che ieri mi arrivato Focus e inizio a leggerlo solo oggi e faccio ancora molta fatica a comprendere tante cose sull’estensione di linea.

    Togliendo un attimo i problemi che ha l’apple watch come presentazione del prodotto ecc., se non ho capito male, un smartwatch Apple può funzionare e non estende la linea perché rimane nell’ambito delle “tecnologie elettroniche” che da sempre sviluppano?

    Grazie Frank. A presto.

  14. Ottimo articolo,

    Ho trovato che attaccare l’Apple Watch è un po’ come sparare sulla croce rossa, ma qui viene fatto in modo diverso a quello che ci si aspetta. Non si parla di solo branding, il grande maestro Al Ries ci parla anche del pricing, anche questa una componente fondamentale del marketing.

    Questa è la diffenza tra un grande maestro e gli altri : avere una visione a 360°. Riesce a vedere sfumature a cui magari non avevi neanche pensato.

    Un saluto a te Frank
    e un saluto al grande Al Ries.

    P.S. Frank non offenderti se non ho scritto grande, facciamo così. Riscrivo…

    Un saluto a te grande Frank
    e un saluto al grandissimo Al Ries.

  15. Quindi,
    per avere più chiara la “questione brand/focus”, iniziare con un singolo prodotto, o gamma ristretta, per poi ampliarla una volta affermato il brand, può essere una giusta mossa o solo il male minore?

  16. Tutto molto vero ed allo stesso tempo tutto molto sbagliato.

    Pieno rispetto per Al Ries, un genio. Poco rispetto per quest’analisi: superficiale.

    Corretta, profonda, precisa ed allo stesso superficiale.

    Nessuno hai mai comprato un prodotto Apple in vita sua.

    Hanno tutti comprato una visione.

    Nel caso dell’Apple Watch pochi hanno comprato un prodotto e nessuno una visione.

    E’ questa la differenza sostanziale.

    Non sono stati i canoni del posizionamento di prodotto a rendere Apple un impero.

    Jobs non ha mai costruito prodotti, ha costruito identità e le identità non hanno ne caratteristiche ne benefici ma solo convinzioni.

    E’ vero che l’Apple Watch è un accessorio, non un congegno autonomo.

    E’ altrettanto vero che non è il primo della categoria.

    E’ ancora più vero che manca di un nuovo nome di marchio ed ha una linea di prodotto troppo ampia, ma più sono vere queste affermazioni più è errata la conclusione perché queste affermazioni non sono la causa reale ma solo quella accessoria.

    Ries si è concentrato sul primo piano ma qui è lo sfondo che fa la differenza e mappare l’Apple Watch con i criteri Apple è come usare un vibratore per dipingere.

    E’ vero, Tim Cook non sta seguendo il piano d’azione elaborato da Steve Jobs e questo perché Jobs non aveva piani ma solo orizzonti e gli orizzonti non si misurano in secondi.

    • Voi Apple nerd (e preciso che io possiedo solo prodotti Apple) siete meravigliosi. Siete i vegani della tecnologia.

      La tua teoria della “visione” è fantastica. Immagino che tu sia un esperto di marketing di fama mondiale.

      Peccato che la teoria della “visione” abbia portato Apple a creare i seguenti 23 prodotti bidone/fallimento:

      1980 Apple III

      1983 Apple Lisa

      1987 Apple Newton PDAs

      1989 Apple Open collaboration Environment

      1989 Machintosh Portable

      1992 Power PC processor

      1993 Machintosh TV

      1994 eWorld

      1994 Firewire

      1994 Apple Quick camera

      1995 Apple Pippin

      1997 Open Doc

      1997 Apple eMate

      1997 Machintosh 20esimo anniversario

      1998 Il mouse Hockey Puck

      2000 Il Power Mac G4 Cube

      2000 Mobile Me

      2004 U2 iPod

      2005 iTunes Phone

      2007 Apple Tv

      2009 iWork.com

      2010 iTunes Ping

      2014 Release dell’album Innocence degli U2 integrata

      In particolare i 7 flop enormi e clamorosi di Apple III,Lisa, Next Computer (non Apple, progettato durante il suo esilio), il mouse Puck, il Power Mac G4 Cube, iTunes Phone e Apple TV sono tutti fallimenti imputabili direttamente a Jobs e da lui fortemente voluti e difesi fino al ritiro dal mercato.

      Prima di esprimere giudizi di marketing ed ergervi ad esperti dall’alto dell’essere diventati nerd dopo aver comprato un iPhone dovreste sforzarvi un minimo di studiare la storia.

      Jobs aveva sì una visione. E ha creato alcune cose realmente rivoluzionare a fronte di una marea di fallimenti e bidoni clamorosi, come è giusto e normale che sia. E lui era un genio.

      Ma era un uomo e come ogni uomo la sua grandezza sta nel perseguire nella sua visione nonostante gli enormi e continui sbagli e fallimenti, fino a sfornare prodotti rivoluzionari come ha fatto.

      Ma mitizzarlo, o peggio mitizzare la Apple è una scemenza da fanatico religioso.

  17. eheh, fantastico. Fanatico religioso è la prima volta :-).

    Sicuramente in parte hai ragione ma non pensare che tutti i prodotti siano tali perché anche questo è da fanatici.

    Se chiedi a 10 persone che hanno comprato Apple perché lo hanno fatto, la maggior parte ti dirà Jobs o figo od altre accezioni simili.

    Pochissimi ti parleranno di prodotti e se lo faranno, lo faranno solo dopo.

    Frank, Ci sono prodotti che vendono proprio perché non lo sono.

    Facci una pensata.

    PS: Io ho solo un Mac ed anche vecchio 🙂 e quello che ho scritto l’ho fatto per far pensare perché più punti di vista offri più punti d’incontro trovi.

    PPS: Non sono un esperto di marketing di fama mondiale ma qualcosina la so, qualche clientino l’ho servito e se c’è una cosa importante che ho capito è che se vedi le cose con i soliti occhiali a volte rifletti i tuoi occhi.

    • Alessandro, se rileggi bene, Al non ha condannato definitivamente l’Apple watch.

      Ha solo detto che dovrebbe focalizzarsi meglio e ha descritto i punti dove dovrebbero lavorare.

      Nel tempo, potrebbe anche rivelarsi un device interessante. Così com’è ora è solo un accessorio per gli Apple Fan.

      Ma anche iPhone nei primi anni fino alla terza generazione ha venduto pochissimo.

      Poi in realtà si è (involontariamente) focalizzato sulla capacità di connessione e ha vinto creando una nuova categoria.

      C’è tempo per vedere come andrà a finire. Semplicemente se la potrebbero giocare meglio.

    • ma cosa dici? io compro Apple esclusivamente per il sistema operativo e per il prodotto ottimo. Poi che goda anche Jobs è un altro discorso.
      Non si puó basare giudizi sulla esperienza/opinione personale Alessandro.

      • Ciao Tommaso,

        Quello che dici è vero e vale anche per te :-)).

        Allo stesso tempo però voglio raccontarti in maniera più articolata il perché secondo me Ries pur dicendo cose corrette ha analizzato la questione Apple Watch secondo un paradigma non corretto.

        Detto in parole povere: Apple Watch non vende quanto dovrebbe non per le ragioni sacrosante espresse da Ries ma per una ragione diversa che allo stesso tempo le completa e le compenetra.

        Quello che ti scrivo te lo scrivo con cognizione di causa perché parte del mio lavoro è quello di vendere prodotti e servizi online e per farlo devo riuscire a veicolare correttamente il loro posizionamento.

        A volte ci riesco, a volte meno, a volte no, un po’ come tutti.

        Ma torniamo ad Apple e al perché nel caso di Apple il concetto di visione è la cosa più concreta che tu possa immaginare.

        Per capire Apple devi capire infatti il significato del sostantivo i.

        Questo sostantivo trova la sua espressione più chiara nel 1999 per una pubblicità che diceva “I think therefore iMac” che è la versione Apple di “Penso dunque Sono”, del Filosofo Cartesio.

        Quello che Apple fece fu quello di costruire una personalità identitaria per un computer, una vera e propria rivoluzione e questo fu tutto tranne che una trovata pubblicitaria e fra poco ti spiego il perché.

        In questo sito si parla di posizionamento e niente fu più espressione di posizionamento di questo concetto espressoenel video pubblicitario Apple del 2006 in cui Apple era una persona, l’attore Justin Long ed il PC un’altra, l’attore John Hodgman.

        Guardati il video qui: https://www.youtube.com/watch?v=DZSBWbnmGrE e ti assicuro che capirai il posizionamento di prodotto più velocemente di qualsiasi articolo che trovi in rete, anche quelli di Frank che sono ottimi articoli.

        Ma facciamo un passo indietro per capire perché Jobs ha costruito questo concetto e come lo ha posizionato per vendere prima sé stesso, poi l’azienda e poi i prodotti.

        Devi sapere che Stefanino oltre ad essere un genio sapeva scegliersi altri geni da cui imparare.

        Uno di questi fu forse il suo primo grande coach: Robert Dilts, uno dei creatori della programmazione neurolinguistica e consulente Apple.

        Questo tipo è il sistematizzatore di un paradigma di analisi e modifica del comportamento detto dei 6 livelli logici.

        Ora non voglio farti un pippone su cosa siano i 6 livelli logici di Dilts ma per farti capire l’importanza, è questo il paradigma con cui ha creato molti prodotti di successo, non quello di Ries o almeno non solo quello di Ries.

        Nel paradigma di Dilts infatti l’ultimo livello è quello definito della Spiritualità, il livello top.
        Questo livello risponde alle domande: Che senso ha la mia vita? Per quale motivo sto al mondo?.

        I prodotti Apple ed altri “concepiti” da Jobs erano costruiti su questo livello e solo dopo confezionati delle caratteristiche e dei benefici espressi dal livello stesso.

        Tutta la comunicazione di Jobs è intrisa di questo livello logico.

        Gli stessi programmatori e designer che portò via alle più grandi aziende dell’epoca li portò via giocando su questi concetti.

        Queste persone erano le migliori, erano pagate benissimo e quello che Jobs capì da Dilts è che non li avrebbe mai portate dentro Apple parlando di soldi ma adottando i termini espressi da quel livello, ossia parlando di visione, parlando di qualcosa che avrebbe lasciato il segno per sempre, parlando di orizzonti.

        E questo divenne il suo marchio di fabbrica costruendo un personaggio ed un’azienda su un livello diverso dalle altre, livello che trovi in tutti i suoi discorsi e presentazioni più famose.

        Per darti un’idea concreta di cosa possa significare a livello di business studiati bene Elon Musk, un altro geniaccio che ha costruito un impero sullo stesso livello logico usato da Jobs.

        Per questi motivi ti dico che Ries ha toccato solo le ragioni in superficie di un presunto flop (che poi è tutto da dimostrare).

        Se Apple Watch non funziona non è per tutte le ragioni giuste che ha espresso Ries ma perché non è riuscito a manifestare quel livello logico nella testa di chi compra.

        Apple era Jobs perché Jobs era quel livello logico in carne ed ossa.

        Questa è naturalmente la mia opinione. Ognuno ha la sua e nessuna esclude l’altra.

        • Ciao Alessandro,

          la tua teoria, che sicuramemte qualcuno può trovare interessante sulla carta, non ha riscontri nella realtà. Se fosse vera dovrebbe poter spiegare anche il successo di easyJet, Coca Cola, Google, Facebook e così via nonché il fallimento di altri prodotti e/o aziende. La tua teoria non mi sembra che ci riesca mentre già la sola parola Focus usata da Ries dà molte più indicazioni sugli ingredienti necessari per aver successo nel mondo del commercio e dell’imprenditoria. Se una sola parola è già così efficace Immagina studiare tutto il resto che ha scritto dove può portare.

          L’errore metodologico che rilevo nei tuoi post è quello di applicare principi utili allo sviluppo personale con quelli necessari per aver successo in altre attività senza testarlo. E’ la famosa frase “quando hai un martello vedi chiodi dappertutto”. Puoi provare a farlo per scoprire nuovi orizzonti ma poi devi confrontarlo con la realtà. Se il modello spiega solo uno o due casi, va cambiato o anche abbandonato.
          Sono i principi base del metodo scientifico.

          Tra l’altro, giusto per chiarire, Dilts non è uno dei creatori della PNL, e il livello Spirito di Dilts non è di senso e finalità dell’esistenza ma di posizione rispetto ad altri. Ovvero risponde alla domanda: “per chi altri lo stai facendo?”. Questo perché spesso le persone si motivano di più se esistono altre persone nella loro vita per cui val la pena agire. Ad esempio molti fumatori smettono di fumare non per sé ma per i figli.

          In difesa degli strumenti applicati correttamente e negli ambiti appropriati ti saluto cordialmente,
          Adriano De Matteis

          • Adriano, leggi con mente aperta quello che ho scritto. Ho aggiunto altri punti di vista perché a me non piacciono solo quelli esclamativi; preferisco quelli interrogativi.

            Non generalizzare il mio punto di vista. E’ un giudizio su un articolo del giorno, non un articolo sul giorno del giudizio :-))).

        • Alessandro, io ho acquistato il tuo ebook sul copywryting e finalmente ho la possibilità di dirti che è confuso, sconclusionato, non implementabile (a parte la sequenza del tre che ho usato qui per farti capire che l’ho acquistato veramente e non sono un hater)

          Ma ti pare che uno legge un libro su copy con la premessa che tu l’hai reso complicato apposta? Io spendo soldi per farmi semplificare le cose e non il contrario, infatti (e qui mi aggancio ad Apple) i prodotti di Apple mirano a semplificare le cose, non a complicarle come ti pavoneggi di fare tu.

          Il marketing lascialo ad Al Ries.

          • 🙂 grazie Marzio. Un feedback è sempre importante. Se almeno una cosa l’hai usata per me è già un successo. Sono d’accordo con te che semplificare le cose è fondamentale ed è proprio approfondendo le cose che le semplifichi. Anche pavone mi mancava :-))).

  18. Grazie Frank. Le informazioni ed i continui spunti di riflessione che fornisci non hanno prezzo. Avrei dovuto girare l’altra metà del mondo che ancora mi manca e probabilmente non sarei riuscito ancora a mettere insieme tutti i pezzi. Sono in debito con te. Mi spiace davvero di perdermi l’edizione speciale VV una cosa però mi consola: saró a Shenzhen per firmare un nuovo contratto legato a un progetto nato durante VV dell’anno scorso e che ha già prodotto un numero impressionante senza che io abbia ancora iniziato massive attività di marketing sul web.
    Un abbraccio a voi tutti e in bocca al lupo a quanti con impegno entreranno in VV.

  19. Inizialmente l’idea mi piaceva ho tutti i device Apple. Ora personalmente non penso di comprarmi un Apple Watch perché per me un orologio deve stare al polso il più possibile, anche di notte e dovermi togliere l’orologio tutte le sere per ricaricarlo è un controsenso, devo già ricordarmi di ricaricare iPhone, iPad e auricolare bluetooth. Mi piace tantissimo l’AppleWatch ma mi tengo il mio CASIO che gli cambio la pila ogni 3/4 anni.

  20. Non voglio entrare nel tecnico ne tantomeno fare previsioni future sulle vendite, e già che ci siamo nemmeno andare a cercare la virgola mancante.

    Io onestamente, sottolineerei 5volte questa frase “Quando lanci un nuovo marchio, devi lasciare che la cosa sia il più semplice possibile”

    Avanti così boys!

  21. Sembrerebbe che semplifichi molto l’utilizzo dell’i phone , eviterebbe di tirarlo fuori per diverse funzioni, ma questo me lo hanno detto i commessi dell’apple store.
    Devo dire che l’oggetto è molto bello i materiali di altissima qualità , ho provato lo sport e al tatto è piacevolissimo.
    Secondo me è un oggetto di culto, uno status symbol.
    Non so se l’acquisto è giustificato il prezzo è piuttosto elevato, ma si sa i vizzi costano.

    Cordiali Saluti

  22. Ciao Frank,
    concordo in pieno con l’analisi di Ries e ti ringrazio per il fatto che condividi un sacco di materiale che permette di dipanare l’aggrovigliato gomitolo dell’ignoranza relative al marketing e mostrare le cose per come sono. Punto!

    Io aggiungerei una cosa: “Se non ti sei informato riguardo ad Apple Watch non capisci veramente a cosa serve”.

    Anche se possiedo diversi device Apple da un po’ ho smesso di informarmi a riguardo perché ritengo (ed avrei un bel po’ di motivazioni a riguardo) semplicemente che i prodotti e soprattutto le interfacce siano peggiorate e diventate molto meno intellegibili dal dopo Jobs e quindi il mio interesse è diminuito nei confronti di qualcosa che mi sorprende più.

    Bene, detto ciò, essendo passato dall’essere un estimatore documentato ad un consumatore passivo, mi limito a ricevere le informazioni relativamente ai prodotti Apple solo in modo passivo, quando mi ritrovo davanti all’Apple store o ad una pubblicità e devo dire che di questo “Apple Watch” non ho capito quali problemi mi risolve ne tantomeno quali opportunità mi crea.

    In sintesi, non mi è arrivato il messaggio in modo chiaro, non mi ha incuriosito, non mi ha travolto e quindi non ne sento la necessità di acquistarlo.

  23. Personalmente ho diversi prodotti Apple e li apprezzo, ma non acquisterò l’Apple Watch, perché:
    1. Se voglio usare un orologio cerco o la praticità o il marchio storico specialista di prestigio. Insomma o un orologio al quarzo per tutti i giorni e un Rolex oppure Omega per le occasioni e i week end.
    2. Non vedo la sua utilità visto che ho già gli altri prodotti.

    In ogni caso si dovrebbe sempre essere analitici e mai dei tifosi. La Apple ha fatto tanti errori nel passato, nessuno è perfetto.
    Frank complimenti per l’articolo e grazie per i tuoi commenti che sono veramente ricchi di valore.

  24. La confusione da sempre genera casini, stress e ansia! Quello che uccide gli uomini e le aziende è qualcosa che pensi tu possa controllare, ma che in realta ti modifica giorno per giorno. Quella cosa è la Sete di POTERE! La sete di potere poi quando si accoppia con la superbia da vita alla superficialità , ed è proprio quest’ultima che può portarti al declino. Mai abbassare la guardia, mai pensare di aver monopolizzato , mai pensare di sapere e conoscere tutto.
    Ciao.

  25. Trovo un articolo così chiaro e semplice da capire, che altre disquisizioni viste nei commenti mi sembrano solo una gran confusione?

  26. Mi ritrovo perfettamente nell’articolo del giorno. Premessa necessaria: sono un “evangelist”, un utente Apple felice di esserlo e di poter “starnutire” agli altri la mia fede! Ho praticamente tutti i device con la Mela anche doppi, iPhone, 2 iMac, MacBook Pro, iPad Air, iPad mini…. perché li trovo utili per fare il mio lavoro bene e facilmente ( mi occupo di teatro e musica) ma questo Apple Watch proprio non lo capisco! Ci provo a farmelo piacere ma nulla! Grazie a Al Ries per avermi fatto capire perché non mi piace e a Frank per la possibilità che ci da con questi articoli straordinari.

  27. Ho da poco scoperto il tuo sito e le tue considerazioni mi consolano..pensavo che la gente non sapesse piu’ lavorare e che venisse fatto tutto a casaccio..invece qualcuno che usa il cervello come si deve c’e’ ancora..e grazie per condividere gratuitamente tue perle di saggezza con una scrittura cosi’ facilmente fruibile anche per una persona che non e’ laureata in marketing ma che da autodidatta e appassionato cerca di imparare dai migliori

  28. Ciao possiamo dire che possiamo scoprire un’attributo o una consumer insight tramite ricerche qualitative (andando in profondità) moderate dallo psicologo?

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