Panino Giusto ma il brand ha bisogno di focus

Picture 3447Prima di eliminare il pane dalla mia alimentazione, ricordo che ogni volta che andavo a Milano per lavoro facevo in modo di andare a pranzo in uno dei locali della catena Panino Giusto.

Panino Giusto ha trentasei anni di storia e 15 locali a Milano e hinterland, 4 nel resto d’Italia, 4 in Giappone, uno a Hong Kong e un locale a Londra.

Nella catena Panino Giusto ricordo che potevo mangiare i migliori panini di stampo artigianale, con ingredienti veramente top e non quei moscissimi panini con una fettina malata di crudo che ti servono nei bar.

Inoltre permetteva di mangiare qualcosa di veloce, saporito, leggero e soprattutto “italiano”, evitando il Mc Donald’s, con le sue patatine fritte che ti vogliono vendere per forza e alla fine ti convincono, e i suoi panini non certo “normocalorici”.

Nonostante l’indubbia bontà e indiscutibile qualità dei suoi prodotti, Panino Giusto non è decollato come avrebbe potuto (e dovuto, ma lo vediamo tra un attimo) e soprattutto ha intrapreso una china che in termini di brand nel medio – lungo periodo potrebbe rivelarsi pericolosa. Vediamo come…

L’insostenibile espansione all’infinito dei piatti in menù

Ricordo con chiarezza le prime volte che entravo nei locali di Panino Giusto e la scelta si riassumeva in gustosi panini da riempire con salumi, insaccati e altri prodotti tipici della tradizione italiana, spesso rigorosamente DOP.

Il menù, nel tempo, copiando evidentemente altre catene come McDonald’s ha cominciato ad espandersi, ed espandersi, ed espandersi, fino a raggiungere la gargantuesca mole di ben 72 opzioni differenti (S-E-T-T-A-N-T-A-D-U-E).

Ora abbiamo un problema, che poi è sempre il solito. Quello dell’estensione di linea che i manager reputano una buona idea perché è “intuitivo” e “lo fanno anche i grandi” ma che raramente porta buoni risultati.

Quindi entrando in un locale di un brand che si chiama “Panino Giusto”, mi trovo non solo davanti a una quantità infinita di scelte che paralizzano invece che aiutare (e probabilmente come sempre accade ci sarà una ristretta parte del menù che muove comunque la maggior parte del fatturato), ma oggi ho anche la possibilità tra le altre cose di gustare insalatone e indovina un po’? Hamburger e Cheesburger!

E’ abbastanza difficile sostenere che hamburger e cheesburger siano panini della “tradizione italiana”, e anche se le hamburgerie “vanno”, non è sensato che io abbia questi piatti nel mio locale che si posiziona in maniera completamente differente.

  • Ora abbiamo un altro problema: Mc Donald’s è in crisi e il nuovo CEO sta attuando una strategia che è in completa controtendenza rispetto a quella degli anni passati: diminuire la linea degli oggetti in menù.

Secondo l’istituto di ricerca di Datessential di Los Angeles, nonostante questa tendenza alla rifocalizzazione, McDonald’s ha ancora 40 piatti in esubero sul menù rispetto a quelli che aveva nel 2007.

Non ricordo esattamente ma immagino che la situazione sia molto simile a quella di Panino Giusto. Partita come azienda focalizzata ha poi visto in pochi anni esplodere continuamente la dimensione del proprio menù, cercando quella “carta vincente” che invece era già insita nel brand stesso estremamente ben focalizzato agli esordi.

Michelle Greenwald, docente di marketing alla Columbia Business School di New York afferma proprio in questi giorni:

“Potrebbero direttamente tagliare il numero dei loro panini a metà. Se hai un buon panino, un panino realmente buono, non hai bisogno di averne un milione. Dovrebbero puntare sulla qualità e non sulla quantità”.

E’ la medesima cosa che dovrebbe fare Panino Giusto.

C’è da aggiungere che McDonald’s stessa viene regolarmente surclassata nelle città dove sono presenti entrambi i ristoranti, dalla catena In&Out che ha come scelta strategica quella di avere solo 3 panini nel menù, patatine e bibita.

La focalizzazione nel menù conta. In una paninoteca, conta ancora di più.

Cos’è realmente Panino Giusto

Panino Giusto ha bisogno di rifocalizzarsi per ritrovare la sua natura originale. Oggi il brand soffre di qualche sbavatura alla quale si deve rimediare.

Posto che la tentazione dell’estensione di linea al menù per “accontentare tutti” è forte, è necessario che il management vada oltre al semplicistico:

“Essì, e se poi uno nel gruppo non vuole il panino ma un’insalatona? O se uno vuole un hamburger e alla fine convince gli altri ad andare da McDonald’s che è qui accanto? No, no… dobbiamo fare tutto per tutti e prendere la maggior fetta di pubblico possibile accontentando tutti…”

Ad aggravare la situazione, sono comparsi nel menù anche dei “panini stellati”, creati dallo chef  Claudio Sadler. Che immagino siano strepitosi per carità, ma contribuiscono solo a far maggior confusione contrapponendosi all’hamburger che è panino tipico dello studente o del colletto blu ad esempio.

Non si può virare contemporaneamente verso il salutismo con le insalatone, il gorumet con i panini stellati e lo yankee nazional popolare con gli hamburger. Semplicemente non è così che funziona il marketing nella mente delle persone, anche se sono convinto che i prodotti siano tutti, dal primo all’ultimo compresi gli ingredienti, assolutamente strepitosi.

    • Se fai panini con ingredienti della tradizione italiana, per il pubblico non sei specializzato in hamburger.
    • Il nome è importante. A nessuno verrebbe in mente di andare a mangiare una salubre insalatona senza pane in un locale che si chiama proprio Panino Giusto. Sarebbe come se i centri Figurella si chiamassero Porchetta Cicciabomba. Non va bene. I nomi sono importanti.
    • E per finire, c’è veramente un pubblico così vasto interessato a dei “panini gourmet” da giustificarne l’investimento in ricerca, endorsement dello chef, processi e l’inserimento a menù? Io dico di no.

Panino Giusto dovrebbe essere:

 la paninoteca dove invece che mangiare hamburger e patatine hai la possibilità di mangiare panini completamente creati nel rispetto della tradizione italiana e con ingredienti rigorosamente DOP.

I Panini della tradizione sono l’arma vincente

Tornare quindi a focalizzarsi sui sei “PANINI DELLA TRADIZIONE con i migliori salumi d’Italia” sarebbe un eccellente inizio per riaffermare con forza ciò che Panino Giusto è e dovrebbe sempre più essere nella testa delle persone.

Si potrebbe tranquillamente abbandonare la deriva “americana” eliminando hamburger e cheesburger e volendo anche l’ammiccamento gourmet con i panini stellati.

Panino Giusto ha alcune cose che deve sistemare a livello di processo. In particolare il fatto che in un fast food alla McDonald’s i panini “riempiano” molto e a completare il senso di appagamento ci pensino generosissime porzioni di patatine super-salate.

Ovviamente, volendo contrastare e posizionarsi in maniera polarizzata al fast food americano è necessario rimanere focalizzati sulla genuinità dei prodotti 100% italiani. E fin qui ci siamo.

Il problema è che la deriva “gourmet” porta un senso di sicura raffinatezza ma purtroppo come ogni cosa ha due lati della stessa medaglia. “Gorumet” significa anche:

“qui non si mangia, ci danno porzioni da canarino e si spende un botto”.

L’elefante nella stanza è che rispetto a un Mac Menù grande, la ciabattina di Panino Giusto perde a mani basse la battaglia “sazietà”, che se è un discorso che è sostenibile in un locale di altissima classe, è meno difendibile in quella che in fin dei conti è una paninoteca.

Non posso avere come angolo di attacco lasciato scoperto per la concorrenza:

“da Panino Giusto te ne esci con la fame”.

La soluzione? Invece che espandere la gamma dei panini e delle portate all’infinito, Panino Giusto potrebbe focalizzarsi su una manciata di panini e dare la possibilità al cliente, similmente a quello che fa Subway ad esempio, di scegliere la dimensione della baguette o filoncino tra

  • “Normale”,
  • “Medio” e
  • “Grande”.

Il “panino della tradizione” è nella testa del cliente quello che ti faceva il fornaio amico sotto casa una volta… caldo di forno e con dentro il prosciutto, la mortadella o il cotto. Magari una fettina di formaggio, sceglievi quanto filoncino volevi ti tagliasse e via andare a far godere il palato e la pancia.

Questo è il “mood” che deve ricercare Panino Giusto, non inseguire la moda gourmet (buono ma non si mangia) o i panini degli yankee.

In questo modo avrebbe tutta una serie di vantaggi:

  • Diminuendo i panini, velocizzi e semplifichi i processi, rendendo facile duplicare un locale.
  • E’ più facile addestrare personale a fare 6 panini in serie che 72 piatti diversi.
  • Upsellando la versione superiore della scelta del cliente, aumenti i margini e abbatti i costi di acquisizione.
  • Se standardizzi i processi e li semplifichi puoi aprire più locali.
  • Se apri più locali, puoi applicare economia di scala per abbattere i costi degli ingredienti DOP che usi.

Detto in poche parole, il vero segreto dietro alla possibilità di crescere, aumentare i margini nonostante il costo alla fonte molto alto degli ingredienti assolutamente al top usati da Panino Giusto, sembrerebbe l’estensione di linea ma la vera opportunità è sempre e solo nella focalizzazione.

Soprattutto oggi non è corretto disperdere gli sforzi aprendo in località così distanti.

Serve una “catena corta”. Continuare a focalizzarsi in Lombardia, aumentare i volumi, diminuire i costi aumentando i margini. Poi pian piano in tutta Italia e solo alla fine, quando ha raggiunto lo status de “LA” paninoteca italiana, andare all’estero.

Serve anche un nuovo Visual Hammer

Schermata 2015-05-04 alle 20.12.20 Sì lo so che sembro severo, ma è solo perchè sono realmente un super fan di questa azienda e vorrei vederla raggiungere un successo ancora maggiore di quello che stanno già ottenendo da tanti anni.

E’ un’azienda che trasuda genuinità e passione sincera e con piccoli accorgimenti potrebbe veramente diventare un business da esportare con un successo inimmaginabile.

Ciò detto, dai ragazzi… davvero?

Ovviamente parliamo di un logo che ha più di 35 anni ma è giunto il momento di andare oltre.

Il nome Panino Giusto è P-E-R-F-E-T-T-O. Il Visual no.

Qualunque cosa simbolizzi l’araldica del logo, lo stendardo, il piccolo leone rampante sopra, hanno sicuramente un profondo significato per il fondatore dell’azienda. Non lo metto in dubbio.

Solo che non significano nulla per l’avventore medio e soprattutto non fa nulla di memorabile per rendere riconoscibile l’azienda secondo l’accoppiata “Verbal nail” (chiodo verbale) e Visual Hammer (martello visuale) che dovrebbe imprimere l’azienda nella testa dei clienti.

Capisco bene che in origine Panino Giusto fosse la “paninoteca della Milano bene” dove i panini costavano un botto e il tocco “aristocratico” ci stava. Ma non siamo più negli anni ’80, la “Milano da bere” non esiste più e un’idea così “locale” e così legata a un periodo storico preciso è troppo difficile da far capire se si vuole portare Panino giusto fuori da Milano con consistenza.

Se il nome è Panino Giusto le scelte si restringono a un filoncino ben imbottito oppure, seguendo la strada di KFC che ha come Visual Hammer il colonnello Sanders, all’effige del fondatore vestito da fornaio.

Questa scelta contribuirebbe allo scollarsi di dosso definitivamente quella venatura “aristocratica” e di distacco dal pubblico che l’attuale logo contribuisce a creare.

Un arazzo significa nobiltà nella testa del cliente, e la frase del Marchese del Grillo risuona immediatamente con “Scusate, ma io so io, e voi non siete un cazzo!”.

Non buono per una paninoteca che deve profumare di “Il Fornaio ‘bene’ del paese che mi fa il panino giusto perché è amico di papà da 40 anni.”

Entrambe le scelte sono buone se be sviluppate, dando immediatamente l’idea visuale di cosa sia nello specifico “Panino Giusto”.

Per finire, la connotazione “Milano” nel payoff è comprensibile ma fuori fuoco. Milano nella testa dei clienti è moda e design, non “panini”.

Un sobrio

“Panini della tradizione italiana dal 1979”

 

contribuirebbe a completare il quadro con quel tocco di “genuinità italiana” che lo renderebbe immediatamente più apprezzato non solo in tutta Italia ma nel mondo intero, con il giusto tempo.

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67 pensieri su “Panino Giusto ma il brand ha bisogno di focus

  1. Panino “giusto” va bene anche per l’estero?

    Panino è un termine internazionale, mentre giusto no, perciò ti chiedo se all’estero, soprattutto nei paesi non latini, bisognerebbe trovare un altro aggettivo.

    • Può funzionare. E’ corto e con alliterazione sulla o finale. E suona come deve suonare, cioè “italiano”.

    • grazie Frank, ottimo come sempre. D’accordo sul logo da cambiare e su tutto il resto. L’unica cosa, se posso, è il nome ” panino giusto” che personalmente lo trovo un pò scontato, semplice e forse anche un pò banale e soprattutto non mi fa venire fame …….diciamo che nn mi evoca granché.

  2. la domanda che mi faccio da qualche tempo è semplice : tra le aziende è scoppiata la moda di scopiazzare mastechef ?
    perchè prima Cracco con la San Carlo che sono una coppia affiatata come Minnie e Paperino. Adesso quello che ci racconti tu in questo articolo e sicuramente mi sarò perso qualche altro abbinamento stravagante
    Seguire la corrente e non esserne la fonte può essere il problema di questi imprenditori ?

    • Piero è molto difficile se non si hanno solide basi di marketing capire cosa fare. La strada più semplice quando si va in affanno è semplicemente “copiare”.

  3. Sempre nello stesso settore sta lavorando benissimo LA PIADINERIA. Lì dentro si prendono SOLO piadine ed il successo e la continua espansione sono sotto gli occhi di tutti !

  4. Il discorso fila, come sempre con Frank.

    Apprezzo Frank la semplicità con la quale spieghi le cose.

    Con un istruzione lacunosa e frammentaria mi mancano spesso tanti pezzi, mentre leggo mi devo andare vedere qualcosa su internet perché non capisco o non ricordo o non ricollego bene, ma nonostante ciò Frank i tuoi articoli (per me, con le mie lacune) scorrono come un fiume in piena e non vuoi che finiscano da un lato e che finiscano invece perché vuoi sapere “qual è la verità”. Grazie di nuovo – Isabella.

  5. Ho letto che il nome è importante. Io lavoro nel settore della gestione immobiliare. Cosa ne pensi di spersonalizzare l’attività di amministratore di condominio sostituendo il proprio nome ad esempio studio mario rossi con uno tipo gestimm. ?

    • Basta che non sia troppo banale. Non deve essere per forza un nome a prova di idiota e composto integralmente da parole in italiano. Di sicuro non creare un brand come Gestione Immobiliare o simili dato che ce ne saranno 10 milioni 😉

  6. Hai citato KFC, di cui fatalità ho letto proprio recentemente in Una tisana calda per l’anima sul posto di lavoro. E si citavano i menu stralunghi di un fast food, così come si potrebbe citare Panino Giusto o una miriade di pizzerie e ristoranti in cui ci si perde tra pagine e pagine e la sensazione all’ordine é quella di aver fatto la scelta sbagliata. Che dire? Grazie Frank. Spero che panino giusto abbia la stessa fortuna di quel colonnello sul marchio americano. Anche io ci sono un po’ affezionata ;).

  7. Frank come sempre i tuoi articoli sono lezioni che vanno dritte al punto. Mi permetto di “giocare” con il payoff del tuo esempio e mi viene in mente il più classico, tradizionale e amato panino col salame, quindi: Pane e Salame dal 1979 che ne pensi?
    Ci vediamo a Milano. Ciao grande Frank

    • Non andrebbe bene perchè eccessivamente specifico e troppo poco “nobile” rispetto alla qualità degli ingredienti di Panino Giusto.

  8. E che si può dire se non che quelli di Panino Giusto hanno avuto una grande opportunità con questo tuo articolo? Speriamo colgano i suggerimenti!
    Ciao!

  9. Ciao Frank,

    mi accodo ai complimenti per l’articolo e per tutto il tuo lavoro in generale, volevo chiederti per un business online, come lo vedi il brand “Business GO” con payoff: “Trasformiamo idee in attività”?

    Grazie mille e buon lavoro!

  10. Ciao Frank,

    rimanendo nel settore, dalle nostre parti (Modena-Forli) c’è un brand dallo stile virale che ha messo in pratica le regole del posizionamento e della focalizzazione ben descritte da te e dai volume dei Ries, ispirandosi all’ “american dinner” e all’american way of life.

    • E hanno fatto bene. Stranamente hanno avuto successo. C’è da sperare che non “sbreghino” in futuro 😉

  11. Come al solito, Frank, al tuo “ristorante” si mangia sempre quello che ci si aspetta, con gusto e abbondanza. Anzi, mi correggo. Si mangia sempre “meglio” di come ci si aspetta. Articolo stellare. Ti vedrò a Milano, e immaginando di non poterti fare i complimenti di persona, te li faccio da ora, in anticipo, perché anche in quell’occasione, sono certo, sarò ancora più soddisfatto di quanto mi aspetto. Bravo Frank!

  12. Grande articolo Frank,complimenti e grazie per divulgare aggratis tutto questo sapere.

    Domanda (Riprendo la questione di Omar): in Usa i nomi italiani sono visti come “cool” ?

    Dici che il nome potrebbe andare,ma ad esempio se Panino Giusto volesse veramente espandersi a New York e mantenesse il nome com’e’, sarebbe percepito come un posto di tendenza o sarebbe meglio chiamarlo The Right Sandwich?

    • Ho già risposto alla domanda. Se deve essere una catena basata sul panino tradizionale italiano, può mantenere un nome italiano finchè il nome è pronunciabile e non suona strano per un anglofono.

  13. Non lo so… la mia percezione di consumatore (studente universitario dei primi anni del 2000) è molto diversa: per noi il Panino Giusto era la paninoteca dei milanesi RICCHI.

    Panini a 6-7000 lire l’uno, piccoli ma molto ben conditi, dove uno era poco e due erano troppi.
    Il conto medio era 18-20.000 lire a testa se volevi uscire sazio (in un periodo in cui in pizzeria facevi fatica a spendere 15.000 lire).

    Nella nostra testa non è mai stato nello stesso campionato di McDonald e simili…
    E anche lo stemma araldico sottolineava questo status di “io sono io e voi non siete un cazzo” 🙂

    Non so cosa è cambiato in termini di strategie negli ultimi anni (sono 10 anni che non ci metto piede) però in quegli anni aveva un’aria di panino d’elite a cui forse si avvicina di più l’idea del panino gourmet piuttosto che quella dell'”amico fornaio”.

    • Loris certo che è come dici tu, e Panino Giusto deve mantenere quella tendenza con i prezzi alti che lo caratterizzano.

      Il problema è il rebranding, cioè fronteggiare la tendenza del mondo fast food “tanta roba, poco prezzo” e uscire contemporaneamente da Milano con quel brand.

      Non siamo più negli anni 80, la milano da bere non c’è più e non esiste più Eros Ramazzotti per come lo ricoridiamo. E se vuoi creare una catena che vada fuori Milano (non è detto che lo si voglia fare) quella è la strategia che puoi seguire.

      Sarebbe come voler far andare una paninoteca con l’immagine di Enzo Braschi del Drive In. Non può funzionare.

  14. Orca l’oca Frank. Oltre ad essere un post fantastico e pieno di valore come sempre, qui ci è scappata anche un fiore di consulenza gratuita che sicuramente viene dal cuore e dallo stomaco…con forse un po’ di nostalgia dei vecchi tempi “paninosi”…?
    Conto di vederti a Roma molto molto presto.:)

  15. Ciao Frank. Come sempre scrivi post che ti incollano al monitor e ti fanno bestemmiare quando finiscono!!! 😉 Sono Direttore d’albergo in Mauritania e proprio da laggiù ho scoperto quelle miniere di informazioni FIGHISSIME che sono il tuo blog e tutti i collegati alla tua “scuola di vita”(calci in culo a chi parla di setta!!!!! Io lo chiamerei piuttosto SPACCIO DI INFORMAZIONI che provocano irrimediabile e letale DIPENDENZA!!!).
    Posso dire tranquillamente che mi hai completamente cambiato l’assetto mentale.
    Ho adottato molte delle cose che dici nella gestione dell’hotel (dalla presentazione delle camere alla gestione di piatti e menu del ristorante, passando per la promozione della struttura).
    Guarda, non ci crederai ma FUNZIONA!!!
    FUNZIONAAAAAAAAA!!!
    Non oso pensare a quando verrò a fare il tuo corso.
    UNICO NEO, mi dispiace sprecare tutte quelle informazioni per un altro imprenditore!!! 🙂 A breve farò qualcosa e ti scriverò! !!!
    Nel frattempo GRAZIE GRAZIE GRAZIE!! (non lo scrivo le migliaia di volte che vorrei per non intasarti il post).

    • Sono contento Riccardo. Usa questa esperienza come “palestra” e sarai pronto quando verrà il tuo momento imprenditoriale.

  16. ho letto l’articolo, davvero illuminante. Infatti sto aprendo ora una paninoteca all’interno di un posto turistico medioevale, dove il prodotto di punta è una mia creazione, carne che preparo con ricetta top secret, messa in buona quantità, dentro un panino caldo. Il tutto accompagnato con birra o vino. Visto il posto, ho pensato di chiamarlo “hostaria rossana”. Che ne pensi? Puo’ andare bene? Nel frattempo ho acquistato i tuoi libri, nella speranza di imparare meglio l’arte del vendere!

    • Hostaria Rossana non è un nome eccezionale. Non significa nulla, porta il tuo nome che non esprime nulla del brand e “hostaria” di per sè non esprime nulla del tuo potenziale differenziante.

      Ciò detto, il nome viene così in fondo alle reali competenze di business che avresti bisogno di padroneggiare che se anche la chiamassi Panini Fanfulla andrebbe bene.

      Studia i libri e vedrai che pian piano capirai meglio.

  17. Io non sono nessuno, ma credo che con il tuo nuovo posizionamento di Panino Giusto qui in Germania avrebbero sicuramente un gran successo! Qui infatti, non esiste un’alternativa valida a catene di fast Food mentre la gente cambierebbe volentieri dato che anche qui incombe la mania salutista. Questo, insieme all’italianita’ (che qui va sempre alla grande!) e al concetto di “panino veloce” sarebbe perfetto. Anzi, mi domando perche’ non l’abbia ancora fatto nessuno.

    • Vero Maria, all’estero avrebbe ancora più successo che in Italia per ovvi motivi (il made in italy nel food è fortissimo).

      Solo che prima deve creare una posizione di forza nel mercato interno aggiustando alcune cose. De facto se non lo fanno loro potrebbe farlo un altro imprenditore accorto.

  18. Ciao Frank, è la prima volta che ti scrivo , ti seguo da un po`e mi rammarico di non averti conosciuto prima di aver aperto un attività di parrucchiere , visto che ora non sono in una situazione un po`rocambolesca. Ma per fortuna ti ho conosciuto, ho gia i libri che ci hai consigliato e devo dire che ti aprono un mondo. Quando prima spero di venire a un tuo incontro , anche se il mio è un mestiere diverso . In merito all ‘articolo , il nome della paninoteca potrebbe essere , Mordi il tuo panino , o qualcosa di simile, mente lo slogan potrebbe essere, Affidati al gusto non mente mai. Detto ciò avrei un idea che potrebbe essere interessante , se e quando vorrai approfondire ci potremmo sentire . Ti saluto e ti ringrazio per tutto quello che ho appreso fin d’ora.

  19. Buongiorno Frank, dato che sei un maestro della comunicazione, ti sarei grato e ne farei tesoro , se mi spiegassi dove ho sbagliato nel comunicare dato che non mi hai risposto . Grazie

    • Ilario non è una chat. Non mi hai fatto domande e inoltre non sto sempre davanti al mac a rispondere a tutti i messaggi, magari qualcosa mi sfugge. E non c’è bisogno dei salamelecchi su quanto io sia “maestro della comunicazione”. Sono solo un povero stronzo che cerca di togliere l’Italia dal fango della mediocrità assoluta in ambito vendite e marketing 😉

      • E lo fai alla grande! (non il povero stronzo, ma cercare di togliere l’Italia ecc…insomma hai capito)

  20. Grazie per aver dedicato tempo prezioso nel rispondermi, forse abbiamo iniziato col piede sbagliato. Se ci tenevo tanto ad una tua risposta , è perché avevo tentato di mettere in pratica quel poco che ho imparato nei libri che tutt’ora sto leggendo . Riguardo al commento nei tuoi confronti , è quello che penso altrimenti non avrei ne comprato i libri ne ti seguirei sul blog e ne cercherei di fare l’ impossibile per fare venditore vincente. Poi in merito a togliere l’ Italia e gli Italiani dalla mediocrità questo ti può fare solo onore . Ciao spero di incontrarci quanto prima.

  21. a New, be a Merenda non “Gusta Mai” da Leccarsi le Dita !!!
    GRAZIE FRaNK very Macth

  22. Ecco , ti pareva che la signora ” io non sono nessuno” diventava di colpo , ” la paladina dalla giustizia”.

  23. Ciao , Frank io ti scrivo da trento…… ho un locale, un bar- paninoteca , con panini fatti al momento che nel orario di pranzo lavoro abbastanza bene con i buoni pasto . Vorrei creare qualcosa di diverso , perche vicino me ci sono altri 4 bar che mi hanno portato via un po di clienti. Cosa mi consigli? Per li aperitivi cosa consigli? ( ho provato di tutto, dall dj al buffe), la gente vuole tutto regalato, non sou cosa potrei fare ). Grazie

    • Ramona non ti “consiglio” nulla purtroppo. Le aziende non si fanno con i “consigli”. Si fanno sapendo quello che si sta facendo, dopo attenta analisi della concorrenza, cosa che ovviamente a distanza non posso fare nemmeno volendo.

      L’unico consiglio che posso darti è di acquistare e leggere Focus di Al Ries al momento. Ciao.

  24. Ciao Frank,

    Ieri ero presente a Bologna e oggi rileggendo un po’ qualche articolo di questo blog mi è sorto un dubbio.

    Premetto che al momento non sono in possesso di niente, tantomeno di una paninoteca, peró per quanto riguarda il discorso salesletter, che mi interessa molto, vorrei farti una domanda.

    Ho letto nel tuo libro l’esempio brillante delle 4 lettere di Dan Kennedy, ma nel caso un ristorante abbia come target i giovani, sarebbe corretto mandare una sales ad ogni famiglia con giovani o sarebbe una perdita di tempo?

    Cerco di spiegarmi meglio facendo l’esempio di posta power.
    Come detto da te la maggior parte delle sales sono per amministratori condominiali ed avvocati, quindi un target ben definito e diciamo “facile” da raggiungere ed individuare.

    Per quanto riguarda invece i giovani, come anche le coppie o famiglie con bambini..mi sembravano target più complicati e dispensiosi da individuare per poter spedire una campagna di SL.

    Ti ringrazio in anticipo per la risposta che mi darai.
    Buona domenica

    • Marco non esiste una risposta alla tua domanda che non parta da un’analisi della situazione in maniera approfondita. Di base restringere il target e testare sono sempre ottime soluzioni per avere risposte dal marketing.

  25. Cavolo Frank. .. sembra che quasi Tu sia il gestore di “Panino Giusto”…! Ma per fortuna mia non lo sei. .. perché mi hai fatto venire una tale voglia di panini giusti. . Che la prossima volta che vengo a Milano non potrei fare a meno di venire a provarli. Ma probabilmente ci sarebbe una tale fila che vi rinuncerei. ..!?

    Di contro vista la tua natura godereccia x le cose tipiche/nostrane. .. non puoi esimerti dal venire ad assaggiare una delle mie pizze Doc abruzzesi. .. nel tuo prossimo passaggio in Abruzzo. .. perché da me troverai solo ed esclusivamente poche pizze ma con prodotti tipici abruzzesi di altissima qualità. . Anche se x un certo marketing della ristorazione non conta. ..!

    Ciao a presto… e grazie infinite per le tue illuminanti lezioni di marketing… le migliori al miglior prezzo. ..!!! 😉

  26. Bellissimo articolo!
    Qualche giorno fa ero a Milano, e rientrando da Linate mi sono imbattuto in un ristorante “panino giusto”. Già sentito ma mai provato, avevo il volo alle 13.20 quindi uno spuntino ci stavo.
    “Spaventato” dal logo (qua mi castigano e spendo 50€ per un panino) mi sono accomodato con circospezione. Mi fa accomodare un cameriere inaspettatamente e piacevolmente informale (io mi aspettavo il maître con le emorroidi che cammina rigido), che mi da un menù di cui onestamente non capisco nulla. Mille piatti, contorni, hamburger da 1000 euro e pure dolci e frutta. Quando si è avvicinato per l’ordine avevo ormai esaurito la compostezza con i due appuntamenti di lavoro della mattina e giorno prima, quindi ho preso un “senti non ci capisco un cazzo avete troppa roba, cosa mi suggerisci”?
    Ho mangiato un panino ” giusto”, accompagnato da una coca cola zero, e in effetti avevo un po’ di fame ancora. Ma il panino meritava davvero, quindi ho proseguito con un “ho ancora fame cosa mi suggerisci ora?” Dopo non aver avuto voglia di leggere di nuovo il lunghissimo menù.
    Concluso con un “luis” buttato giù con acqua, e caffè finale. Ho speso 5/6 euro in più di quanto avrei speso al McDonald, ma immensamente più appagato.
    Solo non capivo il senso di quel menù, e mi sono chiesto fino alla lettura di questo articolo se alla fine avessi mangiato in ristorante o paninoteca.
    Questo articolo mi conferma i miei dubbi, e che seguire Frank Merenda di apre nuove prospettive di vista! 😉

  27. Salve Frank,
    Ho letto tutti i tuoi articoli e il libro focus.
    Vorrei sapere se tutte queste tecniche si possono applicare in una piccola rosticceria che devo aprire con il focus dei “crocche e arancini artigianali” in contrasto ai fritti surgelati che usano tutti gli altri. Nel settore food come questo è comunque giusto fare tanti prodotti da rosticceria ( calzoni al forno , calzoni fritti , ecc.) O concentrarsi su poche cose come pizza e crocche?

    • Se vuoi fallire come tanti tuoi colleghi fai tanti tanti prodotti. Se vuoi essere un’azienda di successo focalizzati su una specialità.

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